Pierangelo Zambellini
In seguito ad un incidente in fabbrica con un macchinario, vengo portato nell’ospedale più vicino per stabilizzare il braccio, rimasto attaccato al resto del corpo solo per un lembo di pelle. Tutte le ossa tendini, arterie, terminazioni nervose, erano staccate, distrutte. Dopo aver stabilizzato le mie condizioni mi dicono che sarei dovuto andare in un altro ospedale ma che comunque non c’erano possibilità di salvare l’arto.
Un medico però ha voluto aspettare per vedere se il CTO di Monza o la Multimedica di Sesto San Giovanni poteva operarmi, sapendo che erano gli unici due ospedali in grado fare qualcosa per salvarmi il braccio e la mano. Dopo pochi minuti sono stato trasportato in eliambulanza alla Multimedica dove c’era l’equipe in cui operava anche il Dottor Pivato, considerata la migliore.
Lì ho conosciuto per la prima volta il Dott. Pivato; è stato molto professionale e senza molti giri di parole è andato dritto al punto, mettendomi davanti alla dura e cruda realtà dicendomi: “Io sono qui per aiutarla. Cercherò di salvare tutto quello che è possibile salvare, però sappia che c’è la possibilità che la mano venga amputata.” Consapevole di ciò, mi sono sottoposto all’operazione. Operazione durata 14 ore.
Durante questo tempo, tra le altre cose mi hanno fatto un innesto muscolare, bloccato le terminazioni, spostato un’arteria, unito vasi sanguigni. Inizialmente mi sono trovato senza pollice perché era completamente distrutto. Il dottore ha deciso che tutti i frammenti ossei che trovava del mio pollice li avrebbe inseriti nella mano per vedere se potevano riformarsi con un callo osseo.
Diciamo che la testa con cui si affronta una situazione del genere, conta molto. Uscito dalla sala operatoria, quando mi sono svegliato alle 6 di mattina, ho visto che la mia mano era ancora attaccata e che muovevo le dita; lì ho svoltato. Ho pensato che malgrado la situazione non fosse ovviamente ancora risolta, i dottori erano riusciti ad aiutarmi salvandomi l’arto e quindi ero contento.
Mentre guardavo la mia mano e pensavo a tutto quello che mi era successo in poche ore, entrò il Dottor Pivato che mi aveva operato fino alle 3 e alle 6,30 era di nuovo lì da me per controllare se l’innesto del mio muscolo era caldo, se era migliorato, se c’era qualcosa che non andava: questo dice molto sulla sua professionalità. È da lì che nasce un buon rapporto con il Dottor Pivato, una persona molto schietta, di cui ci si può fidare e su cui si può contare. Probabilmente anche il suo modo di porsi, questo modo di stare vicino al paziente, mi ha dato la forza di reagire e la forza di “spingere” sul mio handicap e questo non è una cosa facile.
La degenza in ospedale doveva essere di 5/6 mesi ma invece dopo 14 giorni sono stato dimesso grazie al Dottor Pivato che mi ha cacciato perché non mi sopportava più!!!
La mia fortuna è stata per prima cosa di incontrare il medico che bloccò il mio trasferimento, mentre da altre parti mi avrebbero solo amputato la mano per tentare di salvare il salvabile; poi di esser trasferito in una struttura con medici molto competenti, tra cui il Dottor Pivato, colui che mi ha seguito per tutto il percorso.
Anche questo è stato fondamentale: avere un medico che dopo avermi operato rimanesse al mio fianco anche successivamente e per tutto il periodo di riabilitazione. Pivato era sempre presente. E avere un dottore sempre presente è una cosa molto bella per i pazienti che hanno subito interventi molto gravi. È stato il primo che mi ha contattato per sapere come stavo, e quando prenotavo le visite di controllo in ospedale mi rimproverava di non aver chiesto di lui!
Dopo la prima operazione, sono stato operato altre due volte.
Durante la prima mi è stato ricostruito il polso; anche se non posso muoverlo molto, Pivato ha fatto un miracolo. Anziché andare a prendere un osso da un’altra parte del corpo, come succede spesso, il dottore ebbe l’idea di mettere frammenti di ossa del mio pollice all’interno della mano per formare un callo osseo. L’espediente ha funzionato, tanto è vero che hanno usato quello per rifarmi il polso.
Durante la terza operazione mi hanno sistemato le terminazioni nervose, gli estensori, la parte tendinea.
I dottori mi avevano detto che si poteva fare anche un’altra operazione per cercare di migliorare la situazione della mano ma ho preferito rifiutare perché comunque adesso qualsiasi cosa faccio, posso usare la mano: non ho problemi a guidare, a vestirmi a fare niente seppur con limitazioni.
Diciamo che la funzionalità della mano è del 50%, perché purtroppo ho il polso quasi bloccato. Posso afferrare oggetti, anche piccoli, riesco ad aprirmi l’orologio con l’apertura automatica. Riesco a fare quasi tutto. Ciò che non riesco più a fare non è dovuto a un discorso operatorio ma un discorso funzionale. L’equipe ha fatto il massimo, anche perché nessuno fra quanti incontro vede l’handicap, se ne accorge dopo un po’.
Questa è stata la mia esperienza con il Dottor Pivato. Mi sono trovato talmente bene che ora collaboro con l’associazione AMIL, Associazione Nazionale per i Mutilati del Lavoro, e consiglio il dottore a chi ne ha bisogno. È venuto una persona infortunata alla mano sul lavoro che non si era trovato bene con chi l’aveva operato prima e non aveva funzionalità della mano; gli ho parlato di Pivato e dopo una visita ha deciso che si opererà con lui alla Pio X.
Uno può essere contento quanto vuole ma se riesci a parlare bene di una persona che ti ha aiutato molto nella vita (perché passare da persona amputata a persona che può ancora usare la sua mano cambia tantissimo) e se sei veramente convinto e senti qualcuno che ha gli stessi problemi, gli consigli il Dottor Pivato, io l’ho fatto molto volentieri più di una volta.
Ora il bello è che non devo fare più terapie, non ho più fatto nulla. Fino a 3 anni fa dovevo fare terapie a Milano ogni tanto. Prima quando cambiava il tempo mi faceva male la mano e avevo fastidio, adesso però non sento quasi più nulla. L’unica cosa spiacevole è che ho la sensazione di non poter muovere la mano. Da una scala da 1 a 10, se dovessi dire quanti problemi ho nella giornata direi 1. È stata trattata talmente bene che io ho recuperato un arto che avevo perso, era staccato, perché una macchina utensile è entrata in posizione, è impazzita, mi ha preso il maglione e mi ha fatto entrare la mano tra ingranaggi e cilindri da circa 20 kg… Quando mi hanno tirato fuori la mano era stata devastata. I dottori si sono ritrovati con un arto praticamente inesistente, e hanno fatto un miracolo. Se uno vede la mano adesso pensa “si, hai avuto un infortunio però non sembra così grave”. Poi quando spiego che la parte sopra è tutto muscolo preso dalla schiena perché li non c’era più niente, la gente rimane letteralmente ammutolita.
Si comincia a capire da lì la bravura e validità di questi medici che mi hanno curato. Sono stati proprio bravi. Niente da dire. Io sono veramente contento. Certo, se non fosse successo sarebbe stata la cosa migliore. Ma visto che è successo ho avuto una serie di fortune che mi hanno dato la possibilità di arrivare a vivere adesso una vita normale.